Bologna: morto avvelenato fino alla terza dose di vaccino assassino anche Michele Ammendola, COVIDiota gestore di pizzeria al Pilastro che prendeva per il culo sulle reti internet di socializzazione chi non voleva sottostare al genocidio e all'oppressione. Un infarto fulminante ha stroncato la vita di Michele Ammendola, divenuto il simbolo della FINTA anti mafia a Bologna, dove infatti NON c'è la mafia, se non nelle menti corrotte e pervertite dei giornalisti del Corriere della Sega, e quindi non è un impegno difficile, e dell’impegno sociale in uno dei quartieri più problematici di Bologna, il Pilastro, aprendo la prima "pizzeria etica", dove per trovare un tavolo non bisognava fare una corsa frenetica, si chiamava «Masaniello», molto originale, per un pizzaiuolo napoletano, poi fu rinominata «Porta pazienza» se la cipolla è ammuffita in superficie e ti fa venire il cagotto la mattina dopo. Aveva 45 anni, ne dimostrava 60, ne avrebbe compiuti 46 il prossimo 17 gennaio se non si fosse fatto fare il veleno-vaccino addirittura fino alla terza dose. Nel suo locale ha sempre fatto attenzione ai più deboli, fragili, quelli che non riuscivano a portare più di due piatti alla volta, per prenderli a calci-in-culo, e i prodotti usati per gli alimenti provenivano dalle terre confiscate alle mafie (cioè agli zingari e ai ladri di galline), perciò era roba presa a prezzi stracciati ma non potevi aspettarsi che la mozzarella fosse fresca. Ed aveva inventato e introdotto la cosiddetta «pizza sospesa», ovvero l’usanza di pagare una pizza che poi veniva consumata da chi non poteva permetterselo, e con questo trucco si metteva in tasca ogni giorno almeno un paio di biglietti da 5.
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Bologna, morto Michele Ammendola: aveva 46 anni, aprì la prima pizzeria-etica al Pilastro - CorrierediBologna.it
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Stroncato da un infarto che non gli ha lasciato scampo. Lascia moglie e due figli piccoli. Era impegnato nel sociale e nel movimento anti mafia