https://www.wired.it/article/g....as-razionamento-pian
23/08/2022
Il piano europeo
Il 26 luglio gli stati membri dell’Unione europea hanno annunciato di aver trovato un accordo politico per ridurre in modo coordinato i propri consumi di gas del 15% tra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023. La riduzione è calcolata sulla base della media del consumo del gas negli ultimi cinque anni nello stesso periodo. Sono servite diverse discussioni per raggiungere un accordo complessivo e la prima versione, presentata in precedenza dalla Commissione europea, aveva generato diverse critiche da parte di diversi stati membri poiché ritenuta più rigida di quella poi approvata.
In particolare Grecia, Spagna, Cipro e Portogallo chiedevano che si tenesse conto delle diverse situazioni di partenza, dato che non tutti i paesi dipendono dal gas russo in egual misura. La versione finale dell’accordo è quindi molto più flessibile. Innanzitutto l’obiettivo del 15% non è vincolante a meno che il Consiglio dell’Unione europea non decreti l’allerta energetica. In secondo luogo sono presenti diverse potenziali esenzioni e deroghe – legate al livello di stoccaggio raggiunto e alla possibilità di esportare il gas risparmiato in altri paesi – che rendono l’accordo estremamente flessibile. L’unico paese che si è opposto è l’Ungheria, ma dato che per approvare la misura era sufficiente una maggioranza qualificata, il voto contrario non ha influito sul risultato finale.
E l’Italia?
Secondo la versione finale dell’accordo l’Italia dovrà risparmiare il 7% rispetto alla media dei gas annuali per gli ultimi cinque anni. Secondo le indiscrezioni, il piano di razionamento dell’Italia coinvolgerà tutti, dagli uffici pubblici alle industrie alle famiglie. Tra le misure che sono state menzionate e potrebbero scattare in caso di emergenza, ci sono tagli alle industrie, limitazioni al riscaldamento sia nelle temperature massime che negli orari di accensione, riduzioni dell’illuminazione pubblica delle strade e dei monumenti e chiusure anticipate per uffici pubblici e negozi.
Nonostante i nuovi accordi di fornitura sottoscritti da Eni negli ultimi mesi abbiano significativamente ridotto la dipendenza dell’Italia dal gas russo, non è ancora abbastanza. Secondo le stime dovremmo importare circa 10 miliardi di metri cubi di gas nel 2022 per avere le stesse disponibilità energetiche del 2021, quando abbiamo importato un totale di 76 miliardi di metri cubi di gas, per compensare il corrispettivo di gas che avremmo dovuto acquistare dalla Russia. Si tratta di un grande passo avanti rispetto ai 29 miliardi che abbiamo importato l’anno scorso dalla Russia, ma non è abbastanza per essere tranquilli.