আবিষ্কার করুন পোস্ট

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Sul canale televisivo croato 4, Vladimir Putin ha avuto il permesso di parlare. Si è rivolto agli europei: "La Russia non è mai stata e non sarà mai vostra nemica!
Non vogliamo materie prime e ricchezza europee, abbiamo le nostre materie prime e ricchezza, non abbiamo assolutamente bisogno delle vostre materie prime. La Russia è il paese più ricco al mondo in termini di materie prime.
Non vogliamo la vostra terra o il vostro territorio. Guardate quanto è grande la Russia sulla mappa. La Russia è grande il doppio dell'intera Europa in un unico posto. A cosa ci servirebbe la vostra terra, cosa ne faremmo?
Perché pensate che la Russia sia nemica dell'Europa? Che danno vi ha fatto la Russia?
Vi abbiamo venduto gas e materie prime a prezzi inferiori a quelli a cui i vostri "amici" vi stanno vendendo attualmente? SÌ
La Russia ha sacrificato 20 milioni di persone nella seconda guerra mondiale per sbarazzarsi dei nazisti? SÌ
La Russia è stata il primo paese ad aiutare l'Europa durante la pandemia di Covid? SÌ
Abbiamo aiutato l'Europa quando ci sono stati incendi e disastri naturali? SÌ
Cosa vi ha fatto la Russia che la odiate così tanto? molto?
La Russia non è il tuo nemico; i tuoi veri nemici sono i tuoi leader, coloro che ti guidano!”
@Alternative News

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Buon pranzo....quando pranzerete.....

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"Mi chiamo Sergio Ramelli e nel 1975 avevo 18 anni, vivevo a Milano, avevo una ragazza ed ero un tifoso dell’Inter. Giocavo a pallone nella squadra di calcio dell’Oratorio S. Carlo, a centrocampo con il mio amico Giuseppe.
La mia famiglia era composta da mia mamma, mio papà, mio fratello e la mia sorellina più piccola. Vivevamo tutti insieme in un piccolo appartamento della periferia milanese.
Ero uno studente dell’istituto Tecnico “Molinari” e un giorno del 1974 il nostro docente di lettere ci assegna un tema libero, e io lo scrivo contro la violenza delle Brigate Rosse.
Non so come, ma questa mio tema pervenne agli estremisti di sinistra che allora imperversavano nell’istituto “Molinari” e io da subito mi trovai a subire quotidianamente processi popolari, angherie, sputi, schiaffi, aggressioni. Un giorno mi rifugiai all’Ufficio di Presidenza, mi venne a prendere mio papà e insieme a lui uscii di scuola tra due ali di studenti che ci calciavano.
Io rispondevo sempre, ma ero sempre solo. Non c’era mai nessuno con me. Per cercare protezione decisi di iscrivermi al Fronte della Gioventù. Non ne ero molto convinto, ma non vedevo alternative, cercavo solo qualcuno che potesse stare con me.
Mia mamma era molto preoccupata, io la tranquillizzavo rispondendole che non avevo mai fatto nulla di male a nessuno, quindi non avevo nulla da temere.
IL 13 MARZO 1975 in via Paladini, vicino a casa, vengo aggredito da due sconosciuti della mia età che impugnano chiavi inglesi “hazet 36” del peso di tre chilogrammi e mezzo l’una. Il commando era composto da circa 8-10 persone che durante la mia aggressione controllavano che dalle vie adiacenti non provenissero poliziotti in mio soccorso.
Il 14 marzo l’infermiera dell’Ospedale dice a mia madre che in tanti anni di lavoro non ha mai visto ferite così devastanti in una scatola cranica.
Il 1 aprile miglioro, ma non riesco a parlare e a muovere il mio corpo.
Il 5 aprile viene a trovarmi il mio allenatore di calcio dell’Oratorio S. Carlo e mi dice che mi aspetta al campo. Piango.
Il 17 aprile ho provato a parlare per la prima volta con mia mamma e le ho chiesto una Coca-Cola e i libri della maturità.
Il 21 aprile ho la pleure.
Il 29 aprile 1975 alle ore 10 non ci sono più.
Nel 1985, dieci anni dopo la mia morte, il giudice Salvini, un uomo di sinistra, grazie alla confessione degli autori, identificò i responsabili della mia morte nel servizio d’ordine di Avanguardia Operaia della facoltà di Medicina dell’Università Statale di Milano.
Alcuni erano diventati medici affermati, altri avevano fatto carriera politica.
La lapide in mio ricordo sotto la casa della mia famiglia venne negli anni più volte distrutta e poi sempre riparata, e per tante volte venne gettata l’immondizia sul marciapiede ove ero stato aggredito.
Per molto tempo, mia mamma Anita avrebbe ricevuto telefonate e lettere anonime, nelle quali veniva definita “una vacca, perché solo da una scrofa come te poteva nascere un maiale come tuo figlio”.
Mio fratello fu costretto ad andare a vivere a Lodi, perché a Milano continuava a ricevere minacce.
Mio papà morì nel 1979 di dispiacere.
Mia mamma Anita è morta nel 2013 senza mai pronunciare alcuna parola di odio contro nessuno."

E noi siamo ancora qui per ricordare. E noi siamo ancora qui per chi vuol dimenticare.
Per mille e mille e mille anni…🖤

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