Se il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream rappresenta il primo atto di guerra su suolo (in questo caso acqueo) europeo, la Repubblica Federale Tedesca risponde con due iniziative forti e autonome. Le quali ci dicono anche chiaramente chi, dai tedeschi, viene ritenuto responsabile dell'attacco:
1) Prima sonora bocciatura al Bundestag dell'invio di nuove armi (compresa la fornitura di carri armati) all'Ucraina. 476 voti contrari contro 179 favorevoli;
2) Stanziamento del governo tedesco di ben 200 miliardi di euro per calmierare il prezzo delle bollette di gas ed energia. Un ponderoso e unilaterale intervento, che di fatto si traduce in un price cap interno al prezzo del gas. Non a caso i vari Draghi (sempre più in odore di guida NATO) si sono istericamente lamentati di tale mossa che spezzerebbe una inesistente "solidarietà europea". Dispiace che anche la premier italiana designata si sia, un pò pateticamente, subito allineata al "Draghi pensiero": "Di fronte alla sfida epocale della crisi energetica serve una risposta immediata a livello europeo a tutela di famiglie e imprese". Il nulla. Andava invece elogiata l'iniziativa forte tedesca e presa ad esempio.
In sostanza, i tedeschi segnalano che non resteranno più inerti di fronte alla demolizione del sistema industriale da parte dell'"alleato" USA.
Piaccia o no, se una via di salvezza ci sarà, verrà dalla Germania.
(Davide Rossi)
anubi
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