Quando non uccidono, si divertono a storpiare o mutilare; nel mirino i più piccoli in modo da impedire loro una vita normale; magari di resistenza alla turpitudine sionista.
L'uso di proiettili a frammentazione da parte del Tsahal, "l'esercito più morale del mondo", continua nonostante siano banditi dalla Convenzione Internazionale dell'Aja. Ieri in serata, un adolescente palestinese di 15 anni ha subito una ferita da un proiettile a frammentazione a una gamba che gli ha causato seri danni. I soldati hanno aperto il fuoco contro di lui e altri giovani nella città di al-Khader, a sud di Betlemme. Al momento si trova ricoverato all'ospedale di Beit Jala in serie condizioni cliniche.
Tempo fa un ufficiale dello Shin Bet, tale "Captain Nidal", fece una promessa ai giovani palestinesi: "Finirete tutti con le stampelle! Vi azzopperemo uno ad uno!" Il messaggio fu chiaro. Queste minacce rivelarono che esisteva, ed esiste tutt'ora, una pratica sistematica e perversa con lo scopo di sopprimere la resistenza attuale e futura; terrorizzare i giovani palestinesi, gli Shebab, e mutilarli in modo permanente. Sparare alle gambe è una forma di tortura come la vecchia pratica ordinata durante la Prima Intifada da Yitzhak Rabin come ministro della difesa al Tsahal: "Spezzare le braccia ai giovani lanciatori di pietre".
“Israele manifesta un’implicita rivendicazione al ‘diritto di mutilare’ e debilitare i corpi palestinesi come forma di controllo biopolitico.”
Jasbir K. Puar
