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Dietro a una grande donna ci sono inverni infiniti.
Gli anni si contano in primavere, ma la maturità si misura in inverni.
E si impara dagli alberi, che sono matti gli alberi a spogliarsi quando fa freddo, e invece no, abbandonano il superfluo, si fanno oggetti e aspettano.
E si impara dai ricci che si chiudono e le spine vanno fuori, non dentro.
Si impara che la letargia non è l’allergia all’inverno, si impara il letargo, come pausa piena di vita e di malinconia.
◊ Enrica Tesio
ill. Mori Raito
"L'abbraccio è una cosa seria "
E se devi abbracciare fallo forte. O non farlo affatto. L'abbraccio è una cosa seria.
Se qualcuno mi chiedesse "Qual è il posto migliore in cui sei stato?", risponderei "Un abbraccio, quell'abbraccio". Respiri emozioni che il respiro te lo tolgono.
E vuoi tornarci. Vuoi tornarci più volte che si può. Da certi abbracci non ci esci mai abbastanza. Sono attimi che ti cammineranno dentro per sempre.
Ti faranno piangere o sorridere. Avrai tante parole o un nodo in gola da non poterne parlare.
Angelo De Pascalis
Immagine :"Hana Jang
(pittura digitale)
Oh! Valentino
Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de' tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: in vece
costa il vestito che ti cucì.
Costa; ché mamma già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:
ora esso è vuoto; e cantò più d'un mese
per riempirlo, tutto il pollaio.
Pensa, a gennaio, che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!,
e le galline cantavano, Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te
Poi, le galline chiocciarono, e venne
marzo, e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l'uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch'oltre il beccare, il cantare, l'amare,
ci sia qualch'altra felicità.
Giovanni Pascoli, I Canti di Castelvecchio
Nessuno persona entra per caso nella nostra vita,
ciascuna ci entra per un motivo
e tutte ci lasciano qualcosa.
Non esiste il caso, né le coincidenze
ed ogni cosa fa parte di un grande,
misterioso disegno.
L’universo fa in modo di farci incontrare
le persone di cui abbiamo bisogno
o che hanno bisogno di noi.
Alcune ci aiuteranno, altre ci faranno soffrire,
altre ancora ci ameranno o ci saranno amiche.
Se anche le strade della vita ci divideranno da loro,
non le dimenticheremo,
perché hanno lasciato un ricordo
o una lezione di vita.
Tutte ci hanno insegnato qualcosa
ed hanno lasciato un segno nel nostro cuore
e dobbiamo esserne grati.
Perchè è grazie a tutte le persone
che hanno condiviso un tratto di vita con noi
che siamo diventati ciò che siamo oggi.
(Agostino Degas)
Quando la vedi correre non è perché è instancabile è solo che spesso crede di non avere abbastanza tempo per la stanchezza perché quel sentirsi stanca viene percepito come un ingombro, un cedimento, una cosa di poco conto. Ma la stanchezza è una necessità, e anche lei ha bisogno di una pausa, ha il diritto di sedersi e di dire non ce la faccio per poi ritornare sui suoi passi e ricominciare ad andare avanti, nonostante tutto. Perché una donna va sempre avanti e se si ferma, se si chiude dentro a una corazza, non è perché è incapace di reagire o è debole ma si è solo persa e deve ritrovarsi.
Quando la vedi sorridere non sai che spesso finge, non sai che può arrivare ad indossare decine di finti sorrisi al giorno pur di non veder soffrire chi le sta accanto. Perché lei a volte è così, pensa prima ad amare gli altri che se stessa. L'amore per se stessa lo lascia da parte e capita anche che lo dimentichi ogni tanto, lo dimentica quando non si accetta, quando si detesta, quando non riesce a vedere la bellezza che già porta dentro di sé. Non sai che a volte aspetta di essere sola per piangere, di essere in un angolo buio per sfogare tutto il suo dolore.
Quando la senti dire che va tutto bene, credile ma non troppo. Perché può succedere che ti dica che va tutto bene anche se in realtà va tutto male. Le è difficile ammettere di essere andata in pezzi. Alle anime ferite ci vuole tempo e coraggio per uscire allo scoperto e alcune di loro non usciranno mai.
Quando la vedi muoversi dentro a ogni giorno osservala bene perché sa mettere vita nei gesti, negli sguardi, nelle cose, lo fa anche quando pensa di non essere all'altezza, persino quando sente di non valere.
Amala e rispettala non perché è donna ma perché è in lei che le mani del mondo hanno messo l'immensità.
( Sabrina Ferri )
La leggenda della Bora.
La leggenda narra di Eolo il dio del vento, sempre in viaggio con la famiglia.
Tra questi vi era Bora, la più bella tra i suoi figli.
Un giorno, la famiglia arrivò su un altopiano che si affaccia sul mare.
Un luogo incantevole e Bora volle esplorarlo, allontanandosi dal gruppo.
Eccitata ed euforica, iniziò a danzare tra le nuvole, gli alberi, sfiorare i prati e farsi accarezzare dall'erba.
Quando ormai stanca, scorse una grotta in lontananza, pensò bene di rifugiarsi per riposare un attimo.
Entrata nella grotta, si accorse di non essere sola, trovò infatti Tergesteo di ritorno dall'impresa del Vello d'oro.
Tra i due scattò immediatamente la scintilla e passarono in quella grotta tre, cinque, sette giorni di ardente passione.
Nel frattempo Eolo si mise alla disperata ricerca della sua cara figlia,
venne successivamente informato da un nembo scuro dove poterla trovare.
Arrivato alla grotta, Eolo colse i due in flagrante e dalla collera si trasformò in tifone.
La potenza del tifone fu devastante, il corpo del povero Tergesteo, fu sbattuto ripetutamente sulle rocce.
Placata la collera di Eolo, rimase il corpo privo di vita sdraiato a terra.
Bora straziata dal dolore, iniziò a piangere, e le lacrime toccando terra, divennero rocce acuminate.
In preda alla disperazione, Bora mentre piangeva, si mise a correre e soffiare contro qualunque cosa trovasse.
Madre Natura, dispiaciuta dal pianto della giovane e preoccupata per la sorte dell' altopiano, cercò di calmarla.
Trasformò il sangue di Tergesteo nel Sommacco, albero dal particolare colore rosso che ancora oggi adorna questo luogo.
Con l'aiuto delle onde ricoprì il corpo di conchiglie, facendolo diventare un colle.
Ai piedi del colle nacque una piccola città che prese il nome di Tergeste (Trieste) e Eolo per farsi perdonare dalla figlia, le permise di ritornare in questa terra e di rivivere una volta all'anno quei tre, cinque, sette giorni con il suo amato.
Scorcio della bellissima Piazza Unità d'Italia. Trieste ❤
I MIEI FIGLI DIMENTICHERANNO
"Il tempo, inesorabilmente, svuoterà gli occhi dei miei figli, che ora traboccano di un amore poderoso e incontenibile...
Toglierà dalle loro labbra il mio nome urlato, cantato, sillabato e pianto cento, mille volte al giorno. Cancellerà – un po’ alla volta oppure all’improvviso – la familiarità della loro pelle con la mia, la confidenza assoluta che ci rende praticamente un corpo solo. Con lo stesso odore, abituati a mescolare i nostri umori, lo spazio, l’aria da respirare. Subentreranno, a separarci per sempre, il pudore, il giudizio, la vergogna. La consapevolezza adulta delle nostre differenze.
Come un fiume che scava l’arenaria, il tempo minerà la fiducia che mi rende ai loro occhi onnipotente. Capace di fermare il vento e calmare il mare. Riparare l’irreparabile, guarire l’insanabile, resuscitare dalla morte.
Smetteranno di chiedermi aiuto, perché avranno smesso di credere che io possa in ogni caso salvarli. Smetteranno di imitarmi, perché non vorranno diventare troppo simili a me. Smetteranno di preferire la mia compagnia a quella di chiunque altro, e guai se questo non dovesse accadere.
Sbiadiranno le passioni – la rabbia e la gelosia, l’amore e la paura. Si spegneranno gli echi delle risate e delle canzoni, le ninne nanne e i C’era una volta termineranno di risuonare nel buio.
Con il tempo, i miei figli scopriranno che ho molti difetti, e, se sarò fortunata, ne perdoneranno qualcuno.
Saggio e cinico, il tempo porterà con sé l’oblio. Dimenticheranno, anche se io non dimenticherò.
Il solletico e gli inseguimenti (“Mamma, ti prendo io!”), i baci sulle palpebre e il pianto che immediato ammutolisce con un abbraccio. I viaggi e i giochi, le passeggiate e le febbri alte. I balli, le torte, le carezze mentre si addormentano piano.
I miei figli dimenticheranno. Dimenticheranno che li ho allattati e cullati per ore, portati in fascia e tenuti per mano. Che li ho imboccati e consolati e sollevati dopo cento cadute. Dimenticheranno di aver dormito sul mio petto di giorno e di notte, che c’è stato un tempo in cui hanno avuto bisogno di me quanto dell’aria che respirano.
Dimenticheranno, perché è questo che fanno i figli, perché è questo che il tempo pretende.
E io, io, dovrò imparare a ricordare tutto anche per loro, con tenerezza e senza rimpianto. Gratuitamente. Purché il tempo, sornione e indifferente, sia gentile abbastanza con questa madre che non vuole dimenticare..."
Dal web
○ Giacomo Leopardi ;
° Primavera °
🍃Primavera d’intorno.
Brilla nell’aria
e per li campi esulta,
si’ ch’a mirarla intenerisce il core
odi greggi belar, muggire armenti
e gli altri augelli contenti
a gara insieme,
per lo libero ciel
fan mille giri,
pur festeggiando il lor tempo migliore🍃