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L'infinito - Giacomo Leopardi
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e rimirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
GLI OCCHI DEI GATTI DELL’ISOLA DI SKIATHOS
Gli occhi dei gatti dell’isola di Skiathos
Sono profondi e misteriosi al tempo stesso;
Ti scrutano e ti indagan fin nel cuore
Mostrandoti, silenti, chi tu sia
Sono indolenti e alteri, sono lenti
Come quel mar che l’isola protegge;
Eppure entrambi, senza chiedere, ti accolgono
Ti avvolgono, curandosi di te
Sarà perché ti leggono nell’animo
Oppur perché ti scrutano il passato
Di vite e vite trascorse in altri tempi
Quanta magia racconta questo mare,
Quanto rumore fanno quegli sguardi…
Gli occhi dei gatti dell’isola di Skiathos.
(Michele Rizzi)
Ti diranno che tutto passa…
ma non ti diranno dove.
Passerà nelle vene, nelle ossa,
tra i contorni del tuo viso,
in ogni muscolo, in ogni goccia di sangue, tra i tuoi sorrisi, nelle tue lacrime, attraverso quel vuoto che scaverà nello stomaco.
E passerà senza pietà, senza chiederti il permesso.
E passerà, e ti cambierà.
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